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 Dall'Europa

04 Marzo, 2005
TUNISIA, UN PONTE SUL FUTURO di Antonio V. Gelormini
E' protesa verso l'Europa, ma saldamente ancorata alla cresta del continente

TUNISIA, UN PONTE SUL FUTURO di Antonio V. Gelormini

E' protesa verso l'Europa, ma saldamente ancorata alla cresta del continente

africano. E' decisamente al centro del Mediterraneo, un mare che ritorna ad

unire e ad essere di nuovo crocevia di ambizioni e di speranze. Insieme alla

Turchia, il ponte verso l'Asia, a cui ha guardato sempre come modello già

prima della sua indipendenza, la Tunisia oggi si presenta come l'altro ponte

naturale verso l'Africa. Ma soprattutto come laboratorio di innovazione

nell'articolata e complessa maturazione dell'intero mondo arabo.

Il processo di crescita culturale, economica, politica e sociale voluto dal

Presidente Ben Ali e da lui perseguito con caparbietà, affinché potesse

coinvolgere il Paese nel suo insieme, sta dando i frutti sperati. Copiosi,

dolci e dorati proprio come i grappoli di datteri di quelle palme forti ed

eleganti, abituate a vincere le sfide cicliche del vento, della sabbia e

dell'arsura, per il riscatto di un destino da secoli votato al silenzio

sterile del deserto.

La Tunisia ha l'Europa nel suo futuro, ma lo stesso futuro dell'Europa è

legato ai processi di integrazione e di sviluppo dei continenti ad essa

prospicienti. La nemesi storica vuole che quello aperto sugli orizzonti

dell'immenso continente nero, torni a passare da Cartagine, Tunisi, Hammamet

e Tozeur. Lungo un sentiero che è la spina dorsale di un Paese diventato

piattaforma privilegiata di affari, di investimenti, di servizi e di grandi

progetti infrastrutturali.

Uno studio recente dell'Oxford Business Group mette in evidenza come lo

Stato tunisino abbia saputo conciliare tenuta della stabilità, accelerazione

sulle riforme e propensione al cambiamento. E, optando per la promozione dei

diritti della donna e la liberalizzazione dell'economia, sia riuscito a

tenere all'avanguardia la Tunisia e a proteggerla dai soprassalti emotivi e

nazionalisti, che continuano a sconvolgere molti dei Paesi del controverso

caleidoscopio arabo.

Il Rapporto, presentato dallo stesso Presidente Ben Ali, nel quadro

programmatico quinquennale "Pour la Tunisie de demain", registra un aumento

del PIL del 45% per abitante nel decennio 1997-2007. Una parità del Dinaro

tunisino col dollaro attestata a 1,354, e una crescita del reddito

pro-capite prevista fino a 4.694 dollari nel 2011 (era di 3.316 dollari già

nel 1996).

La Tunisia cresce, cambia e costruisce una sua leadership mediterranea. Fa

passi da gigante in ogni settore, ma li fa senza correre, facendo tesoro

della saggezza impassibile dei suoi "Uomini Blu". I Tuareg, che sui loro

dromedari si stagliano lungo lo skyline di un paesaggio più che mai

suggestivo e, con lentezza cadenzata, attraversano sicuri ogni tipo di

deserto. Un work in progress senza miraggi, che si tocca con mano e che

tiene alto il tasso di occupazione di questo Paese, fino a pochi anni fa

Cenerentola degli Stati che si affacciano sul Meditarraneo.

Tunisi è un cantiere a cielo aperto. Da tempo tecnologia e know how

giapponesi vengono appaltati, per sottrarre spazio vitale al mare e dar vita

alla costruzione di ponti, autostrade, porti, alberghi e zone residenziali.

Snellendo la mobilità cittadina e favorendo investimenti in una metropoli

che persegue un piano strategico ambizioso, in grado di darle dignità

adeguata da capitale "meridiana", che guarda all'Europa.

 

 

Ma la partita più determinante resta quella giocata sul versante del

turismo. Un asset portante dell'economia tunisina, sul quale si giocano i

destini di larga parte del suo tessuto produttivo e della maggior parte

delle scommesse di trasformazione, lanciate da una classe dirigente con

sguardo lungimirante. Tanto più sostenute da un indubbio contenimento di

costi e di prezzi, che rende l'offerta tunisina in genere estremamente

competitiva.

Capitali arabi, servizio orientale e sole mediterraneo. E' questa la nuova

frontiera dello sviluppo locale ed in particolare del turismo

internazionale. Un potenziale innovativo misurabile già nell'esclusiva

proposta integrata, per esempio, del "The Recidence Tunis". Dove un

raffinato mix di cura del servizio, eleganza e tipicità architettonica

(proposte con gentilezza e mai ostentate), rendono prassi l'eccezionalità.

Per farsi rifugio del tentativo di evasione dalla normalità di ciascuno dei

propri ospiti.

Una percezione di efficacia riscontrabile nelle scelte strategiche della

compagnia di bandiera, Tunis Air, che si appresta ad intensificare le rotte

servite sul lungo raggio orientale. Senza trascurare il fronte europeo, sul

quale oltre a fidelizzare i mercati storici francese, italiano e tedesco, si

predispone a corteggiare quelli inglese e dei Paesi scandinavi. Inoltre, il

varo di azioni mirate, come l'imminente volo bisettimanale da Milano a

Tozeur o il lavoro per un auspicato collegamento da Napoli, testimoniano la

vivacità di un attore imprescindibile sul palcoscenico dell'articolato

sviluppo tunisino. Essa si prepara ad cogliere le opportunità all'orizzonte

di una liberalizzazione delle rotte, ma oggi non fa mancare il proprio

sforzo, responsabile e creativo, nel sostegno a una contingenza recessiva

diffusa e generalizzata.

C'è una nuova atmosfera in Tunisia. Conserva l'ammaliante profumo del

gelsomino e i penetranti colori di una luce tipicamente mediterranea. Ed è

ravvivata dalla consapevolezza di un futuro da protagonisti attivi. Un ruolo

conquistato con sacrificio, perseveranza e riconosciuta intraprendenza. Ma

anche con dignità e rinnovato spirito responsabile.

Sarà anche per questo che, a partire dal presidente Ben Ali, dai manifesti

sui muri e agli incroci delle strade, fino all'ultimo inserviente del tuo

albergo, tutti ti accoglieranno con un sorriso sincero e ti saluteranno

rispettosamente portandosi la mano sul cuore.

mailto:gelormini@katamail.com  

 


       


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