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 Dall'Europa

04 Marzo, 2005
Basescu a Bruxelles: la sorveglianza finanziaria, una necessitá
Bruxelles – “Le decisioni adottate dal Consiglio Europeo d’estate sono molto importanti per la Romania”. Lo ha dichiarato venerdì Traian Basescu al termine della riunione di Bruxelles

Basescu a Bruxelles: la sorveglianza finanziaria, una necessitá

Bruxelles – “Le decisioni adottate dal Consiglio Europeo d’estate sono molto importanti per la Romania”. Lo ha dichiarato venerdì Traian Basescu al termine della riunione di Bruxelles.

“Ciò che è di massima importanza per noi, ma anche per tutti gli stati europei, è la decisione circa la formazione del Comitato europeo per i rischi sistemici, che avrà la missione, da una parte di monitorare il sistema finanziario-bancario europeo e quella estremamente importante di lanciare allerte di rischio, in base alle analisi, nonché di fare raccomandazioni perché non si arrivi in una situazione difficile” ha spiegato il presidente della Romania in una conferenza stampa -. Un’altra struttura che diventerà istituzione è il Sistema europeo di sorveglianza finanziaria, con la missione di sorvegliare, tra l’altro, persino i controllori nazionali, ma anche le agenzie di rating. Probabilmente questo è un elemento di novità: “Finalmente, le agenzie di rating hanno un controllore”.

 

Sempre da Bruxelles, Basescu non ha confermato né respinto un calo dell’economia del 6,5% verso la fine dell’anno.

 

“Non vorrei darvi da Bruxelles informazioni che determinino nel dibattito pubblico commenti del tipo: ecco, il presidente fa crollare la moneta nazionale in tutta la regione. Torniamo a Bucarest, per risolvere i nostri problemi, perché se faccio dichiarazioni da Bruxelles, immaginate cosa diranno gli analisti”, ha replicato Basescu alla domanda se conferma le informazioni secondo cui l’economia va verso un calo del 6,5% verso la fine dell’anno. Il Presidente ha sottolineato l’interessamento dei leader europei per l’evoluzione della crisi.

 

“Vi confesso un elemento che non è menzionato nelle conclusioni. Non ho visto capi di stato o di governo dire: abbiamo superato il momento piú difficile. Tutti i politici al vertice sono concentrati sull’evoluzione della crisi e determinati nel prendere ulteriori misure di salvataggio per un numero quanto maggiore di posti di lavoro”.

 

Cariche dure

 

I leader europei sono tutti d’accordo per la conferma di Juan Manuel Durao Barroso a Presidente della Commissione Europea. Questo emerge dal Consiglio dei Ministri europei del 18 e 19 a Bruxelles.

 

Riguardo alla nomina del Presidente del Parlamento europeo, invece, i giochi sono ancora aperti.

 

Berlusconi, durante la sua conferenza stampa nella “saletta Italia”, continua a sponsorizzare Mario Mauro, cattolico praticante - come dice il premier italiano - e non integralista come lo dipingono - sempre secondo il premier italiano - i suoi detrattori.

 

Silvio Berlusconi ricorda agli altri leader perché l’Italia meriterebbe un presidente del Parlamento più degli altri: è un Paese fondatore dell’Unione Europea, non ha dal 1979 un Presidente del Parlamento Europeo, i cittadini polacchi hanno dimostrato il poco interesse nell’Europa andando a votare con una percentuale di astensionismo altissima (peggio di quella nostrana). L’Italia appoggiò il tedesco Pottering cinque anni fa.

 

Sul trattato Ue vince Dublino

 

Almeno sulla carta, arriva una boccata di stabilità dal vertice europeo, conclusosi a Bruxelles, scrive “Il Sole 24 Ore”. I 27 capi di Governo dell’Unione sono riusciti infatti non solo a riconfermare all’unanimità il presidente della Commissione, José Barroso, ma anche a fornire all’Irlanda tutte le garanzie necessarie per una tranquilla ratifica - ai primi di ottobre, ha annunciato il primo ministro Brian Cowen - del nuovo Trattato di Lisbona.

 

Sono riusciti a trovare l’intesa sui nuovi meccanismi di sorveglianza finanziaria e sulla exit strategy dagli iper deficit e debiti pubblici da seguire non appena ripartirà l’economia. Sono riusciti a trovare l’accordo, invocato dall’Italia insieme a Grecia, Malta e Cipro, su una politica comune, più efficace e credibile, contro l’immigrazione clandestina in arrivo dal Mediterraneo.

 

Dunque si volta pagina: continuità di leadership alla guida della Commissione Ue, crisi istituzionale in fase di imminente soluzione, regole chiare e condivise anticrack finanziari e per il recupero di una crescita economica dai fondamentali gradualmente risanati. E stabilità sociale favorita da un piano di emergenza Ue per contrastare i flussi di immigrati illegali che Bruxelles presenterà al prossimo vertice europeo di ottobre.

 

Tutto bene quel che finisce bene? Sì e no. Perché quelle affrontate ieri restano in fondo tutte partite aperte. L’Irlanda ha incassato garanzie vincolanti sul fatto che nulla cambierà per la sua neutralità militare, la sua legislazione anti-aborto, il sistema di tassazione con l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona. Grazie alle acrobazie dei giuristi Ue che ancora una volta hanno superato se stessi l’Irlanda ha ottenuto il protocollo al Trattato che voleva ma l’inglese Gordon Brown è riuscito ad avere la garanzia speculare che quel testo riguarderà solo gli irlandesi e non riguarderà in nessun modo gli altri paesi. Bizzarro gioco di specchi ma un’astrusità giuridica indispensabile per evitare la richiesta dell’opposizione Tory di una nuova ratifica (letale) di Lisbona.

 

Barroso ha avuto non solo 27 sì unanimi dai suoi grandi elettori, Governi conservatori come socialisti, ma anche la loro implicita richiesta al parlamento a votarne la riconferma nella sessione di luglio. I contatti con le maggiori famiglie politiche in via di ricostituzione saranno subito avviati dalle presidenze ceca dell’Ue prima e poi, dal primo luglio, svedese.

di Radu Bogdan

 

fonte: http://www.sette-giorni.ro/index.php?page=detalii&categorie=romania&id=20090622-1216 


       


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