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 Dall'Europa

04 Marzo, 2005
L'ambiente e i rifiuti
Guido Sacconi /Toscana/Europa: L'esecutivo di Bruxelles ha ritenuto necessario procedere ad un «miglioramento ed adeguamento»

La legislazione sulla gestione dei rifiuti attualmente vigente in Europa è in corso di modifica. L'esecutivo di Bruxelles ha ritenuto infatti necessario procedere ad un "miglioramento ed adeguamento" individuando tre ragioni essenziali.
In primo luogo, alcune difficoltà legate all'interpretazione delle disposizioni principali della direttiva da uno Stato membro all’altro, e in alcuni casi anche da una regione all’altra. In secondo luogo, la necessità di adeguare la politica dei rifiuti alla situazione attuale tenendo conto dell'intero ciclo di vita delle risorse. Infine, la semplificazione del quadro normativo e la conseguente abrogazione della direttiva sull'eliminazione degli oli usati e l'integrazione della direttiva relativa ai rifiuti pericolosi.
Nessuna revisione sostanziale - questo è quanto affermato a più riprese e in diversi contesti dalla Commissione Europea – ma solo un semplice esercizio di ottimizzazione e adeguamento.
In realtà, il vero senso della proposta lo si scopre solo dopo un'attenta lettura dei non molti articoli che la formano, appena quaranta. La prima cosa che emerge è il cambiamento di filosofia adottato dalla Commissione che forse però si sposta troppo verso una logica di mercato.
Gli aspetti ambientali contenuti nella proposta sembrano essere messi in secondo piano dalle preziose opportunità offerte alle imprese. Non dimentichiamoci però che negli ultimi 30 anni i rifiuti sono stati al centro della politica ambientale dell'UE e sono stati ottenuti notevoli risultati. Le discariche e gli inceneritori altamente inquinanti ora lo sono di meno; sono state sviluppate nuove tecniche per il trattamento dei rifiuti pericolosi; le sostanze a rischio stanno gradualmente scomparendo dai veicoli e dalle apparecchiature elettriche ed elettroniche e le emissioni di diossine e di altre sostanze prodotte dagli inceneritori sono in costante calo.
Questi risultati sono stati raggiunti anche grazie al consolidamento di un principio guida, la cosiddetta "gerarchia dei rifiuti". Principio che contempla, in primo luogo, la prevenzione; qualora non sia possibile, nell’ordine il riutilizzato, il riciclaggio e recupero, ove ciò risulti fattibile. Mentre lo smaltimento in discarica deve essere considerato come ultima ratio e il più possibile limitato.
Nella nuova proposta legislativa, questa gerarchia risulta integrata – ma sarebbe meglio dire annacquata - dall'introduzione di un concetto molto vago che è il "ciclo di vita delle risorse". In sintesi, si lascia agli Stati membri l'obbligo di predisporre piani per la gestione dei rifiuti e di considerare gli impatti ambientali che si producono nel corso dell'intero ciclo di vita di prodotti e materiali.
La sussidiarietà è d'obbligo in un settore come quello dei rifiuti e lo strumento normativo scelto - la direttiva - lascia ampi margini di manovra agli Stati membri in merito alla trasposizione negli ordinamenti nazionali. Se a ciò aggiungiamo le difficoltà interpretative del concetto di ciclo di vita di una risorsa, il rischio di creare - o consolidare - situazioni frammentarie nei diversi Paesi è molto elevato.
A queste considerazioni si aggiunge la scarsa ambizione nel fissare obiettivi quantitativi da realizzarsi in un arco temporale determinato. Eppure i grandi risultati raggiunti in campo ambientale si sono registrati proprio nei settori per i quali la Commissione ha stabilito rigidi limiti quantitativi e temporali: si pensi alla carta, alla plastica, ai rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche.
In ultimo, un aspetto assolutamente da non sottovalutare è l'introduzione delle soglie di efficienza per classificare il trattamento dei rifiuti negli inceneritori urbani come recupero o come smaltimento. Anche qui, occorre vigilare affiché sia garantita una netta distinzione tra questi due concetti, fondata su una vera differenza in termini di impatto ambientale e, in particolare, sul fatto che l'operazione porti o meno alla sostituzione di risorse naturali nell'economia.
Queste e molte altre considerazioni saranno a breve discusse al Parlamento europeo. Una discussione che spero veda protagonisti i veri attori del sistema, - le autorità locali e regionali -, peraltro ben rappresentati dal Comitato delle Regioni, che sulla proposta di direttiva ha già formulato un ottimo parere.

Fonte: ToscanaEuropa

 


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