04 Marzo, 2005
Cecenia. Il CE chiede indagini sui diritti violati.
Strasburgo. Dopo un acceso dibattito, i parlamentari di 46 Paesi raccolti nell'Assemblea del Consiglio d'Europa...

CECENIA: IL CONSIGLIO D'EUROPA CHIEDE INDAGINI SUI DIRITTI VIOLATI

Strasburgo. Dopo un acceso dibattito, i parlamentari di 46 Paesi raccolti nell'Assemblea del Consiglio d'Europa hanno approvato ieri una risoluzione che condanna i crimini compiuti dai regimi totalitari comunisti, senza riuscire a raggiungere però la maggioranza dei deu terzi su una raccomandazione che avrebbe istituito, tra l'altro, un giorno della memoria per le vittime del comunismo.

Con una seconda risoluzione il Consiglio ha poi invitato la comunità internazionale a non dimenticare le violazioni dei diritti umani in Cecenia, perché non vengano coperte da un mantello che le rende invisibili. Non sembra quasi di avvertire lo stacco tra passato e presente, in questo confronto che chiama in causa una Russia sempre più distante dall'Europa.

"Ci rendiamo conto di quanto sia complesso per le autorità russe riportare legge e ordine in Cecenia. Ma se per farlo si violano i diritti umani, le possibilità di successo sono minime", ha dicharato a Strasburgo il socialista olandese Erik Jurgens. Custode della Convenzione europea sui diritti umani, il Consiglio si è rivolto alla Duma di Mosca chiedendo la creazione di una commissione parlamentare che indaghi su violazioni che nessuno può più monitorare in Cecenia: rapimenti, detenzioni arbitrarie, torture.

A Mosca l'appello scenderà su un clima da guerra fredda, con Vladimir Putin a fare da ponte con quel passato rievocato dalla prima risoluzione del Consiglio d'Europa. Agente del Kgb in Germania negli anni '80, Putin non ha risposto al richiamo sulla Cecenia, non ama discutere con interlocutori internazionali la situazione del Caucaso. Ha preferito tornare sulla crisi aperta con i britannici, accusati dal controspionaggio erede del Kgb di essersi impadroniti di informazioni riservate attraverso una ricetrasmittente nascosta in un parco di Mosca. Le spie, sostengono i seervizi russi, si servono spesso delle organizzazioni non governative per mascherare le proprie attività; e questo secondo Putin dimostra la validità della legge approvata di recente contro le o ng, una legge "che intende impedire agli Stati esteri di immischiarsi nella vita politica interna della Russia".

Putin non è orientato a espellere i quattro presunti agenti dello spionaggio inglese, e candidamente spiega il perché: "Se mandiamo via queste spie, ne arriveranno altre. Forse spie brave, che faticheremo a scoprire". Dietro di lui, quella Duma cui si è rivolto il Consiglio d'Europa nel frattempo ha approvato una lettera aperta ai servizi di intelligence stranieri che chiede di stare alla larga dalle o ng. Contro la decisione hanno votato in sei: non saranno molte le orecchie disposte ad ascoltare l'appello che viene da Strasburgo.

A.S.

fonte: http://web.radicalparty.org/