04 Marzo, 2005
Swift: UE e USA devono negoziare un migliore accordo ( di Debora Serracchiani).
La maggioranza dei deputati europei (378 a favore, 196 contrari) ha nettamente respinto l'accordo sul trasferimento in blocco dei dati bancari e finanziari tenuti dalla compagnia SWIFT agli USA per fini di sicurezza.

Swift: UE e USA devono negoziare un migliore accordo ( di Debora Serracchiani). La maggioranza dei deputati europei (378 a favore, 196 contrari) ha nettamente respinto l'accordo sul trasferimento in blocco dei dati bancari e finanziari tenuti dalla compagnia SWIFT agli USA per fini di sicurezza.

Lo scorso giovedì 11 febbraio, la maggioranza dei deputati europei (378 a favore, 196 contrari) votando a favore della relazione dell'on Jeanine Hennis-Plasschaert, ha nettamente respinto l'accordo sul trasferimento in blocco dei dati bancari e finanziari tenuti dalla compagnia SWIFT agli USA per fini di sicurezza.L'accordo, stipulato nel quadro di azioni di contrasto al terrorismo dopo l'11 settembre 2001, prevede che le autorità americane possano -attraverso il sistema "SWIFT" - avere accesso ai dati sui trasferimenti bancari dei cittadini europei. I dati sono trasferiti in blocco, senza la possibilità di estrarre dati su persone o su transazioni specifiche.

La motivazione principale del rigetto è l'insufficiente tutela della privacy. Le garanzie fondamentali vigenti nell’UE e nei Paesi membri sono molto più elevate, sia riguardo al diritto all’accesso a un giudice, a un ricorso in giustizia, alla protezione dei dati personali, incluso il diritto all’accesso ai dati e alla loro rettifica. Questi diritti non sono garantiti ai cittadini europei negli Stati Uniti perché non tutelati dal Privacy Act americano che riguarda soltanto i cittadini americani.

Senza l'approvazione del Parlamento l'accordo non potrà entrare in vigore. E' la prima volta che il Parlamento usa il potere di veto attribuitogli dal Trattato di Lisbona.

SWIFT, società cooperativa a responsabilità limitata di diritto belga che tratta in media 12 milioni di messaggi al giorno, è usato dalle istituzioni finanziarie per la trasmissione su scala mondiale di messaggi che contengono informazioni sulle transazioni finanziarie di centinaia di migliaia di cittadini europei.

La presenza del server negli USA aveva permesso al Tesoro americano di ottenere da SWIFT i dati relativi alle transazioni finanziarie tramite un’ingiunzione obbligatoria sin dal 2001, nel quadro del programma TFTP – Terrorist Financing Tracking Programme– fondato su una legge emergenziale, ma tutt’ora in vigore.

Lo spostamento del server nell’Unione europea sottopone ora il trasferimento dei dati agli USA totalmente alla normativa comunitaria e nazionale olandese. Questo ha reso necessario un accordo quadro temporaneo tra UE e USA nel 2009 per definire le condizioni per il trasferimento dei dati ai sensi del programma TFTP.

Il quadro definito fino ad ora da Consiglio e Commissione con gli Stati Uniti – prima da un semplice Memorandum of Understanding, poi da un accordo ad interim della durata di solo nove mesi a decorrere da febbraio del 2010 - non ha tenuto conto delle preoccupazioni del Parlamento europeo sulla tutela della privacy dei cittadini europei.

Nonostante i ripetuti inviti del Presidente Buzek ad attendere, il Consiglio ha deciso di procedere alla firma dell’accordo provvisorio un giorno prima dell’entrata in vigore del Trattato di Lisbona, che garantiva al Parlamento un potere di veto vincolante. L’astensione di alcuni Paesi membri, però, tra cui Germania e Austria, e l’apposizione di riserve parlamentari da parte di altri Paesi in Consiglio, non hanno consentito la conclusione dell’accordo prima dell’entrata in vigore del Trattato di Lisbona, dando così al Parlamento europeo la possibilità di esprimere o meno il suo consenso vincolante. Il ritardo, poi, con il quale il Consiglio ha inviato al Parlamento il testo dell’accordo temporaneo ha contribuito ad esacerbare le relazioni tra le due istituzioni.

Il voto di giovedì scorso non deve essere inteso come un no alla lotta al finanziamento del terrorismo, bensì come un invito al Consiglio e alla Commissione affinché presentino un nuovo testo che consideri il rispetto dei principi di necessità e proporzionalità nel trattamento dei dati, il diritto di ricorso in giustizia, un controllo da parte di un'autorità indipendente e, in particolar modo, la protezione dei dati cosi come previsto dalla Carta dei diritti fondamentali dell’UE all’art. 8.

Debora Serracchiani