04 Marzo, 2005
Bergamo. Il rinnovamento della politica di Claudio Arici
La storia di tante associazioni nate a supporto del percorso del PD ne è una dimostrazione.

Il rinnovamento della politica e il superamento delle appartenenze rappresentano l’ossatura principale su cui si è formato il percorso del PD. La maggior parte degli elettori delle primarie e la base elettorale del PD hanno interiorizzato questi concetti da molto prima che il PD venisse costituito. La storia di tante associazioni nate a supporto del percorso del PD ne è una dimostrazione.

Si potrebbe azzardare l’ipotesi che queste stesse convinzioni siano anche radicate nei candidati alle ultime elezioni messi in lista tra i non eleggibili. I primi delle liste, quelli che con elezione garantita, ci stavano in ragione della loro precedente appartenenza a DS e Margherita e, va detto con o nestà, non configuravano certo neppure il rinnovamento della politica.

Dopo la sconfitta elettorale, in coerenza con gli obiettivi di rispettare appartenenze e di evitare il rinnovamento, sono stati riproposti per lo più i soliti noti per gli incarichi di grande visibilità e si sono aperti gli scontri di corrente. Veltroni, D’alema, Castagnetti e a breve Rutelli marcano il territorio. Attenti, come purtroppo ha fatto da sempre la vecchia politica, più a guardarsi le spalle dentro il partito che alle aperture verso l’elettorato. Certamente attenti a governare con attenzione quel minimo di rinnovamento della classe dirigente, selezionandola con attenzione, cooptandola per fedeltà al gruppo più che per le idee.

Con queste stesse modalità verranno governate in futuro le mozioni congressuali (prima o dopo questo partito un congresso dovrà farlo) e le candidature per i prossimi appuntamenti elettorali.

 Sarà così sino a che nel PD continuerà a rimanere un tabù discutere della necessità di cambiare la dirigenza. Sino a che nel PD non si avvertirà il rischio che comporta una oligarchia vittima della reciproca diffidenza, dei tatticismi finalizzati alla personale visibilità, della rete di relazioni consolidate e ormai cementate da rapporti di reciproca convenienza. Nulla di tutto questo ha a che fare con i problemi dei cittadini.

Sarà quindi così, a meno che si possa formare all’interno del PD una forte corrente di pensiero che si ritrovi e si organizzi  intorno all’obiettivo di rinnovare la politica e del vero superamento delle appartenenze.  Tra l’alternativa di aspettare per scegliere a quali delle correnti di partito affiliarsi e formarne una autonoma, affrancata dalla attuale dirigenza, preferisco questa ultima.

Io mi auspico che si possano trovare gli strumenti organizzativi per rendere possibile questa aggregazione di persone o che possa riprendere con forza l’attività delle tante associazioni o movimenti che hanno accompagnato il percorso del PD. Che possano costituire e rappresentare una posizione politica autonoma all’interno del PD. Per produrre, in futuro, una mozione congressuale, o dei candidati per le primarie, che nascano da un percorso che muove i suoi passi dalla convinzione che sia necessaria, per un nuovo soggetto politico, una nuova classe dirigente.

Claudio Arici

Costituente Nazionale PD

Bergamo

c.arici@tiscali.it