04 Marzo, 2005
Bergamo: il blog del CSV Bottega del Volontariato
Era il dicembre 1988. Un violento terremoto devastò l’Armenia provocando la morte di 25mila persone.

Era il dicembre 1988. Un violento terremoto devastò l’Armenia provocando la morte di 25mila persone. Fu in quella tragica circostanza che l’ospedale da campo dell’Ana (Associazione nazionale alpini) di Bergamo venne impiegato per la prima volta al completo per soccorrere le vittime. Fu l’inizio di un’avventura umanitaria che ancora oggi prosegue allo scopo di portare cure e aiuti in tutto il mondo. Questa struttura medica d’urgenza mobile, la più imponente in Italia e nel mondo, ha sede all’aeroporto militare di Orio al Serio. Sotto la direzione del medico Lucio Losapio, nel corso di questi anni il personale ha prestato assistenza volontaria a decine di migliaia di pazienti. Dall’alluvione del Piemonte alla missione Arcobaleno in Albania, dal Giubileo allo tsunami che il 26 dicembre 2004 colpì lo Sri Lanka, non c’è stata emergenza nazionale o internazionale di rilievo che non abbia visto all’opera alcune strutture, o l’ospedale da campo al completo. E’ successo nel settembre 1997 dopo il terremoto in Umbria: a Nocera la struttura sanitaria dell’Ana svolse per quattro mesi le funzioni di ospedale di presidio. Due anni più tardi, i freddi venti di guerra provenienti dai Balcani richiamarono ancora una volta gli alpini a un’eroica impresa: da aprile a novembre il gruppo di intervento medico chirurgico fu impegnato con compiti diversificati a Durazzo, a Comiso, a Castelnuovo di Porto e con uno schieramento in Albania a Valona, dove l’ospedale delle penne nere conquistò i più alti apprezzamenti internazionali per gli interventi di assistenza generale ai profughi di guerra. Nel 2000, in occasione della Giornata mondiale della gioventù, venne allestito un posto medico avanzato a Tor Vergata, per assistere centinaia di migliaia di fedeli in pellegrinaggio. L’anno del Giubileo fu davvero intenso per gli alpini, che a novembre dovettero di nuovo entrare in azione per soccorrere Macugnaga e altre sette frazioni afflitte da un’alluvione che provocò un forte dissesto idrogeologico. In un prefabbricato venne così installato un pronto soccorso che operò per quattro mesi con personale e dotazioni rianimatorie, cardiologiche, di traumatologia e piccola chirurgia. L’ospedale da campo offrì un’oasi di salvezza anche a tutti coloro che nel 2004 vennero travolti dallo tsunami in Sri Lanka. L’onda anomala provocò in quell’area circa mille vittime tra morti e dispersi e causò, lungo un chilometro della fascia costiera, non solo la distruzione delle abitazioni, delle barche e delle già modeste infrastrutture dedicate alla pesca, ma anche dell’ospedale locale. L’operazione dell’Ana durò sette mesi con personale volontario ed è tuttora in corso nell’ambito della Cooperazione internazionale, attraverso la collaborazione con l’Associazione italiana per la solidarietà fra i popoli. Oggi l’efficienza dell’ospedale da campo dell’Ana è studiata dalla Nato che ha avanzato la proposta di avviare una collaborazione per la formazione del personale medico per gestire le grandi emergenze negli Stati Uniti. “È motivo di grande orgoglio per noi – ha detto Lucio Losapio – Questa proposta ha seguito le parole di elogio della delegazione internazionale e soprattutto dei rappresentanti di Israele, Russia e Ucraina che hanno riconosciuto agli alpini una straordinaria opera, un’invidiabile organizzazione e avanzate tecnologie”. Ma gli impegni dei volontari non si fermano. L’ospedale da campo è infatti pronto a sbarcare sull’arcipelago della Maddalena per diventare punto di riferimento sanitario per la popolazione locale durante il G8 che si terrà dall’8 al 10 luglio.

a cura di Sergio Cotti

fonte: http://www.csvbg.org:80/blog/