04 Marzo, 2005
Il programma del Bergamo Musica Festival 2007

L’edizione 2007 del Bergamo Musica Festival sarà dedicata ad “Arlecchino a Parigi - in viaggio verso la Francia sul carro dei Comici”. Nei trecento anni dalla nascita di Carlo Goldoni, Bergamo – città goldoniana, città veneta, città teatrale – vuole infatti proporre un viaggio artistico verso Parigi utilizzando la sua tradizione operistica. Il rapporto con la Francia è fecondo: senza i pur brevi governi filofrancesi (tra 1798 e 1815), Bergamo non avrebbe vissuto quella che forse è stata la sua più profonda trasformazione. Mayr e Donizetti sono figli illustri di quel cambiamento. Guardare tale fenomeno attraverso i fori per gli occhi di una maschera ha in questo caso un evidente valore simbolico: il compositore di Borgo Canale e Arlecchino possiedono tratti comuni. Ambedue sono di famiglia bergamasca e miserabile, di vulcanico ingegno e inarrestabile attivismo, di poliedrica adattabilità. Ambedue girano il mondo portando l'Arte. Il loro viaggio teatrale debutta a Venezia e termina in Francia. Da Parigi attingono nuove storie, nuove forme, inaspettati riconoscimenti.
Donizetti stesso sembra rispecchiarsi nello zanni di o neta: in alcune lettere si definisce esplicitamente «compositore arlecchino».
Il Festival si aprirà il 12 e 14 ottobre con L’elisir d'amore (1832), opera comica in due atti, tratta da un libretto di Eugène Scribe, Le philtre. È il geniale incontro fra comici italiani (il Dottore, il Soldato, la Possidente, l’Amoroso) e psicologismo sentimentale francese. Il protagonista, un contadino nullatenente, Nemorino, riesce a trasformare la propria povertà in poesia. La poesia lo rende libero. E ricco. Nemorino, secondo la nostra visione, è come Donizetti e come Arlecchino insieme: un poeta capace di cambiare la fame in Arte. La metamorfosi avviene sul palcoscenico. Quando si apre il sipario siamo al cospetto d’un servo ridicolo; ma è sufficiente una cosetta, una lacrima o una mosca, un po’ di vino, un gesto minimo insomma, perché il piccolo servo si trasformi in gigante. Anche il secondo titolo, Don Gregorio (1826), il 2 e 4 novembre, risente in maniera esplicita della commistione fra le tradizioni drammatiche dei due paesi. In questo caso, la commedia L’ajo nell’imbarazzo (1807) di Giovanni Giraud (letterato di famiglia italo-francese) diventa l’esilarante base per una farsa napoletana in due atti di Jacopo Ferretti.
È infatti importante sottolineare come il cartellone non eviti un tema assolutamente inquietante dell’ ‘arlecchinismo’: «Le maschere incutono una sorta di timore istintivo. Sappiamo che esse possono commettere delle nefandezze, esercitare delle violenze, compiere degli scherzi paurosi [...] Il volto di arlecchino è il volto di un essere maligno: è il volto di un demonio» (Ludovico Zorzi, La maschera di Arlecchino, 1990). E così la trasfigurazione può rappresentare i più oscuri recessi dell’animo umano, l’inenarrabile. Una storia cantata e recitata dai bambini, Brundibar (1943) di Hans Krása, il 10 e 11 novembre, servirà per raccontare il dramma di Terežin e dei campi di stermino attraverso il filtro di un travestimento favolistico. Il cartellone proseguirà con un capolavoro di Donizetti che reca, fortissimi, i segni impressi dei Comici. Opera che comincia a Carnevale, in una festa mascherata a Venezia, e termina nel mezzo d’una festa a Ferrara con l’irruzione di Signora Morte. Il vino gioioso di Elisir si tramuta in demoniaco veleno in Lucrezia Borgia (1833), trasposizione musicale del geniale drame di Victor Hugo, in scena il 30 novembre e il 2 dicembre.
Verrà inoltre inserito nel cartellone della stagione lirica anche un balletto eseguito con orchestra sinfonica dal vivo e che andrà in scena il 15 e 16 dicembre. Il titolo scelto propone la leggenda di Giselle ou Le Willis (1841) di Adolphe Adam. Come in Elisir, dal vino – dalla vendemmia per la precisione – prende il via una storia di travestimenti, inganni e poesia: anche in questo caso sarà l’Arte (il ballo) a salvare la vita di Albrecht, il protagonista.
Seguendo le consolidate linee programmatiche del Festival, il tema permetterà di coinvolgere anche esperienze artistiche di tipo molto diverso. Il cinema, la prosa, la musica strumentale e le arti figurative accompagneranno le opere fino all’antivigilia di Natale, il 21 e 23 dicembre, quando il Bergamo Musica Festival 2007 chiuderà con quello che forse è il più famoso viaggio di un teatrante italiano fra le soffitte di Parigi: La bohème (1896) di Giacomo Puccini.
Fonte: Comune di Bergamo