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 Cronaca Lombarda

04 Marzo, 2005
Lettera di Ascom al Sindaco ed ai consiglieri di Castelverde
Con la presente Ascom ribadisce la propria contrarietà al rilascio di due autorizzazioni di media superficie di vendita, di cui una alimentare

Lettera di Ascom al Sindaco ed ai consiglieri di Castelverde
Con la presente Ascom ribadisce la propria contrarietà al rilascio di due autorizzazioni di media superficie di vendita, di cui una alimentare.
Alla c.a.
Carmine Lazzarini
Sindaco del Comune
di Castelverde
e, p.c. Sig.ri Assessori
Sig.ri Consiglieri
del Comune di Castelverde

Cremona, martedì 30 novembre
Oggetto: nuove autorizzazioni di media superficie di vendita.

Con la presente Ascom ribadisce la propria contrarietà al rilascio di due autorizzazioni di media superficie di vendita, di cui una alimentare. Due punti vendita di media distribuzione solo apparentemente sono poco impattanti sulla realtà locale.

Basta citare, allora, qualche numero. Dalle statistiche regionali e della Camera di Commercio risulta che a Castelverde, ad oggi, nove negozi di vicinato sono del settore alimentare. Complessivamente occupano una superficie di cinquecento metri quadrati. La realtà alimentare che si vorrebbe insediare, da sola, arriverebbe ad un’area tre volte superiore.
La preoccupazione dei commercianti, dunque, ha ragioni fondate. Il nuovo polo di vendita sarebbe un macigno che, inevitabilmente, finirebbe con lo schiacciarli.

Di questo deve essere consapevole anche il Sindaco, la Giunta e chi è chiamato a votare la delibera. Si vuole poi sottolineare che, sul territorio comunale esiste già una media superficie di vendita alimentare (la Carrefour di Costa Sant’Abramo, ex GS). Arriva, da sola, a millecentoquarantaquattro metri quadrati. Se le assommiamo alla nuova area arriviamo a quasi duemilasettecento metri quadrati.

Il rapporto con la popolazione (poco più di cinquemilacinquecento cittadini, secondo il compendio statistico della Provincia relativo al 31 dicembre 2008) è superiore al valore medio in Lombardia, regione già ai vertici in questa classifica. O, ancora, basta pensare alla vicinanza con il Centro Commerciale Cremona Po. A tre chilometri, poi, è appena sorto il supermercato Rossetto, vuol dire che il territorio è ampiamente coperto.

Va solo un po’ meglio per quanto riguarda i generi non alimentari (trenta esercizi di vicinato per una superficie di vendita di millequattrocentotrentadue metri quadri). Qui la media distribuzione è più significativa (quasi novemila metri, ma di tratta di attività legate a realtà artigianali e di piccola industria) e comunque con riferimento a generi espositivi che richiedono grandi spazi (come concessionarie auto e arredamento).

Ecco perché Ascom della provincia di Cremona chiede che siano bloccate le autorizzazioni, quantomeno per quanto riguarda l’alimentare. Riteniamo che i profitti che ne deriverà il Comune (oneri di urbanizzazione), per nulla trascurabili, non possano comunque giustificare la scelta.

La logica del profitto non sempre è la migliore, soprattutto per le Amministrazioni che devono occuparsi del bene comune. Occorre, invece, fermarsi a riflettere sulle conseguenze che la decisione avrà per la comunità (in termini di qualità della vita, soprattutto per le fasce deboli) e non si deve dimenticare che nessun vantaggio ci sarà per l’occupazione, dove il saldo rischia di essere pesantemente negativo.

Quella del Comune è un’idea per nulla lungimirante che denota anche un’incongruenza: da una parte l’amministrazione ha aderito al bando regionale del distretto diffuso del commercio ‘Tra ville e cascine’, per valorizzare il commercio di vicinato, consapevole che gli esercenti danno un servizio, sono la ricchezza di un paese e ne garantiscono la vivibilità; dall’altra, contraddicendosi, va contro proprio questa politica di salvaguardia e crea problemi alle stesse attività.

Non si dimentichi che i commercianti di Castelverde si sono messi in gioco e hanno fatto investimenti per migliorare la qualità dei loro negozi, dando la possibilità al Comune di ottenere, attraverso il bando regionale, un finanziamento a fondo perduto. In conclusione si invita a riflettere su come il territorio vicino a Castelverde (ma non solo) abbia avuto uno sviluppo enorme per quanto riguarda le medie strutture di vendita.

Ciononostante continuiamo a dare licenze, dimenticandoci che un paese non vive di centri commerciali, ma di piccoli negozi che danno servizio alla cittadinanza e ricchezza. Così facendo, con le nuove autorizzazioni, l’unico risultato che si può ottenere è di impoverire il territorio.

Il presidente
Claudio Pugnoli







 


       


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