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 Dall'Europa

04 Marzo, 2005
APERTURA NUOVO MUSEO DEL TESORO DELLA CATTEDRALE DI TROIA
La formula del Distretto culturale sta diventando un modello, che ha già attirato l'attenzione anche dei Paesi Scandinavi, della Danimarca e della stessa Germania.

APERTURA NUOVO MUSEO DEL TESORO DELLA CATTEDRALE DI TROIA

 

Si trasmettono alcune riflessioni sul modello Distretto Culturale e sulle applicazioni in atto in Capitanata in Puglia. Nel rimanere a disposizione per ulteriori ed eventuali approfondimenti, si segnala che alla manifestazione di inaugurazione del Nuovo Museo della Cattedrale di Troia, dello scorso 8 luglio, hanno partecipato il Sottosegretario ai Beni ed Attività Culturali Andrea MARCUCCI, in rappresentanza del Ministro o n Rutelli e il Presidente dell?Associazione S.E. Padre Bernardo d'Onorio.

Per eventuali immagini vedi sito www.dauniavetus.it .

La formula del Distretto culturale sta diventando un modello, che ha già attirato l'attenzione anche dei Paesi Scandinavi, della Danimarca e della stessa Germania.

 

Con viva cordialità.

 

Antonio V. GELORMINI

Resp. Distretto Culturale

DAUNIA VETUS

Tel.335.7874976

E-mail: gelormini@gmail.com

 

 

DAUNIA VETUS IL DISTRETTO DEI TESORI

 

L’Antica Daunia è la terra che diede approdo all’eroe acheo Diomede, compagno di Ulisse e re di Argo, fiero combattente (il più forte dopo Achille), grande navigatore e maestro nell’arte di addomesticare i cavalli. Al suo arrivo sulle coste del Gargano, la leggenda narra che scagliò in mare dei massi ciclopici dando vita alle Isole Tremiti. Sposata la figlia del re Dauno, elegge questa terra a sua dimora definitiva, tanto che da “mortale che aveva tentato il confronto con gli Dei”, chiese che una spiaggia di questo affascinante arcipelago diventasse il luogo della sua sepoltura. E Afrodite ne rese perenne la presenza, trasformando i suoi compagni in grandi uccelli marini, le diomedee, allo scopo di bagnare sempre la tomba del loro eroe.

 

Per uno dei tanti inesplicabili paradossi della storia, oggi l’Antica Daunia riprende forma per dar vita a un Distretto Culturale, attorno a una città di nome Troia e lungo gli ambiti territoriali di centri storici come Lucera, Bovino, Biccari, Faeto e Orsara di Puglia. Lo fa inaugurando il Nuovo Museo della Cattedrale di Troia, polo d’attrazione dell’intero distretto, che delinea i suoi contorni lungo i confini territoriali degli antichi ambiti diocesani.

 

Nel Nuovo Museo saranno esposti frammenti di rarissime pergamene, cinquecentine, argenti, paramenti sacri ed altre opere di rilevante valore artistico, storico e devozionale. E tra gli innumerevoli pezzi pregiati renderà finalmente visibili i preziosi e famosi Exultet troiani 1,2,3: i rotoli pergamenacei medievali, di scuola beneventana, miniati dai benedettini, raro esempio di sintesi devozionale e arte comunicativa, nonché testimonianza unica della raffinata cultura prodotta negli scriptoria degli innumerevoli conventi dauni dell’ordine cassinense. Il museo è organizzato per raccontare ai visitatori come la devozione di generazioni locali abbia saputo nel corso dei secoli rinnovarsi e manifestarsi in forme di arte e di bellezza non comune.
Il tutto nell’elegante cornice dell’ex Seminario Vescovile di Troia opportunamente recuperato e riallestito grazie ai fondi destinati alla realizzazione del Distretto Culturale Daunia Vetus dalle Fondazioni di origine bancaria aderenti all’ACRI. Il Museo è visitabile a partire da domenica 9 luglio. Per qualsiasi ulteriore informazione è possibile visitare il sito: www.dauniavetus.it

 

Daunia Vetus per i viaggiatori attenti e curiosi si rivelerà uno scrigno traboccante di storia, di arte, di monumenti, di colpi d’occhio fascinosi su paesaggi di assoluta originalità. Una campagna fatta di campi di grano o ndeggianti, di boschi d’ulivi secolari, di colline dolci e rassicuranti, solcate da vigne e disseminate di masserie antiche e casolari caratteristici. Qui imperano il giallo e il verde, ma anche il blu violetto dei carciofi (tra i più gustosi, compatti e dal pochissimo scarto), degli asparagi viola e di quell’uva, forse importata da Diomede, che tra le cruste della Capitanata, ha dato vita a un vino nobile (Nero di Troia), dal sapore asciutto, base per vini doc pugliesi e per il taglio arricchente di più modesti vini italiani e francesi.

 

La declinazione territoriale di Daunia Vetus parte da Troia, che naturalmente non vanta alcun cavallo, ma in compenso  presenta una splendida Cattedrale romanica, con le suggestive porte bronzee e il suo magnifico Rosone dai preziosi ricami calcarei arabeggianti. Si sposta a Lucera, il baluardo di Federico II, col suo Anfiteatro romano, il castello federiciano (sede delle milizie saracene) e il centro storico d’impianto medievale, il cui dedalo di piazze e viuzze ne fanno un salotto elegante e suggestivo. Passa per Biccari e l’oasi paesaggistica del lago Pescara, ideale per rilassanti passeggiate a cavallo, seguendo percorsi guidati, attrezzati e di sicura emozione. Approda a Faeto, il comune più alto della Puglia, sede di un’autentica e rara comunità franco-provenzale, che conserva intatto il patrimonio linguistico e dà vita ad una delle più famose Sagre del prosciutto (prima domenica di febbraio). Si allunga a Bovino, uno dei “50 borghi più belli d’Italia”. Territorio di briganti, ma anche dei nobili Guevara, nel cui palazzo ducale si conservano dipinti di valore e un frammento della Santa Spina, reliquia della passione di Cristo. Per completarsi a Orsara di Puglia, capitale locale della qualità enogastronomia, delle caratteristiche organolettiche dei suoi prodotti agricoli, provenienti da un terreno particolarmente ricco di selenio e sede di un esclusivo Festival Jazz di caratura internazionale.

 

Un lembo di Puglia che, incantato dalle diomedee ma stanco di dar voce al lamento, vuole cantare forte i suoi tesori e annunciare con orgoglio la sua bellezza.

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DAUNIA VETUS, LA SFIDA DEL DISTRETTO E’ LANCIATA

 

Sabato 8 luglio, con l’inaugurazione del Museo del Tesoro della Cattedrale di Troia negli spazi restaurati del locale ex-Seminario Vescovile, si è conclusa la prima fase del progetto Daunia Vetus per la creazione di un Distretto Culturale e la realizzazione di un polo museale, quale nodo di attrazione e di collegamento per lo sviluppo delle iniziative turistiche e culturali del  Preappennino Dauno.

 

L’apertura di un nuovo museo è sempre un evento ricco di emozione e di soddisfazione per l’intero mondo della cultura e, in particolare, per le comunità che ne beneficeranno in prima istanza. Ma è anche occasione per nuove opportunità e nuovi stimoli di crescita, per quanti ne vorranno cogliere gli aspetti innovativi e le peculiarità storico-artistiche, che un tale contenitore presenta con pudore, ma anche con tanto e giustificato orgoglio.

 

Nel campo della cultura ogni aumento dell’offerta coincide con un aumento della domanda e innesca un meccanismo virtuoso che, nel caso del Museo del Tesoro della Cattedrale di Troia, porterà sempre più l’intera comunità del distretto e non solo i troiani, alla scoperta del loro patrimonio. E i turisti o viaggiatori a scegliere quest’area per la possibilità di articolare un soggiorno ricco di eventi, di tradizioni, di musei e di monumenti che ne raccontano l’identità e la storia.

 

Ma questo nuovo museo ha dei connotati originali, che lo rendono particolare e che motivano attenzioni e aspettative sia nel mondo della cultura che nelle diverse realtà istituzionali. Il suo inserimento nel più complesso progetto della creazione di un Distretto Culturale come area di comuni e di comunità, come primo nucleo aggregante di un sistema turistico non solo locale, ma integrato e funzionale al più grande rilancio della destinazione Puglia, ne fa la pietra preziosa incastonata nell’esemplare più interessante del metaforico percorso culturale proposto da Daunia Vetus.

 

E’ significativo come le Fondazioni di origine bancaria, attraverso l’iniziativa “Progetto Sviluppo Sud”, oltre a costituire un esempio del loro prezioso ruolo sussidiario nel settore dei beni culturali e nella tutela e valorizzazione del patrimonio culturale del nostro Paese, abbiano voluto partecipare con determinazione al progetto nazionale mirante a destinare al Sud risorse per circa 25 milioni di euro finalizzate alla creazione e al rafforzamento di distretti culturali. Testimoniando la convinta volontà di sperimentare sul campo formule innovative di intervento.

 

Il “Progetto Sviluppo Sud” sostenuto dalle Fondazioni ha suscitato molte aspettative da parte del consorzio civile e delle amministrazioni locali ed è seguito con interesse per aver intergrato il cospicuo flusso di risorse pubbliche (nazionali e comunitarie) destinate all’Asse II – Risorse culturali della programmazione 2000-2006. Il fatto che le risorse delle Fondazioni siano private ha consentito in molti casi di ottenere un effetto leva rispetto alle risorse comunitarie.

 

In definitiva, con l’intervento sui distretti culturali  le Fondazioni si sono rivelate anticipatrici di una nuova modalità di intervento nella cultura a favore della collettività. Si tratta, infatti, di un’attività che ha come principi guida lo sviluppo di processi di cooperazione, la creazione di “reti” che vedono condivise risorse locali e l’azione di tutela dell’identità culturale, presupposto fondamentale per lo sviluppo civile di ogni comunità.

 

Non a caso il Segretario Generale della Fondazione Cariplo dott. Pier Mario Vello, presente alla cerimonia inaugurale, ha voluto sensibilizzare i Sindaci del distretto ad essere consapevoli di “essere seduti sopra un missile” e “che le potenzialità del modello distretto culturale vanno ben al di là del mero superamento dei campanili e richiedono disponibilità, impegno, lungimiranza e forte spirito di squadra”.

 

In precedenza, la stessa presenza del Sottosegretario di Stato per i Beni ed Attività Culturali dott. Andrea Marcucci, in rappresentanza del Ministro o n. Rutelli, testimoniava l’attenzione del Governo all’evoluzione dei Distretti Culturali, un modello che sta suscitando l’interesse di altri Paesi in Europa. Nel suo intervento il Sottosegretario ha richiamato le Istituzioni, ai diversi livelli territoriali, “ad espletare ruoli e funzioni di stimolo ai processi aggregativi, al di là dei colori politici di appartenenza”. Mettendo in evidenza “come l’attuale Governo abbia voluto fortemente accorpare le deleghe al Turismo al Ministero per i Beni e le Attività Culturali”.

 

Ma a suscitare attenzione ed ammirazione, durante le celebrazioni, è stata la partecipazione dell’Abate di Monte Cassino S.E. Padre Bernardo d’Onorio e la sua magistrale prolusione sulle finalità di un Museo Diocesano (l’Abate è anche presidente dell’Associazione Musei Ecclesiastici Italiani), sulla storia del Tesoro della Cattedrale di Troia, sui pezzi pregiati che lo compongono ed in particolare sugli Exultet e l’originalità dei tre rotoli pergamenacei troiani.

 

Era molto atteso l’intervento qualificato del Superiore benedettino, che tra il ricordo di una bolla papale emessa proprio a Monte Cassino, per sancire la diretta dipendenza da Roma dell’allora Vescovo di Troia, una citazione di Dostojevskij (La bellezza salverà il mondo) e un suggestivo riferimento al poeta cretese Nikos Kazantzakis (Dissi al mandorlo “Parlami di Dio”. E il mandorlo fiorì), ha sottolineato il valore e l’unicità della bellezza. Vera risorsa intrinseca dei nostri patrimoni. Inimitabile, irripetibile, autentico produttore di emozioni e forte motore attrattivo.

 

Affermazioni a cui hanno fatto eco, qualche giorno dopo, le dichiarazioni del Ministro Giovanna Melandri, che in un’ideale connessione visiva, proprio dalla piazza San Benedetto di Polignano a Mare, ha indicato nella bellezza “la risorsa preziosa che nessuna India e nessuna Cina ci potrà mai sottrarre”.

 

L’auspicio è che tutte queste esortazioni a Troia, Lucera, Bovino, Faeto, Biccari ed Orsara di Puglia, registrino l’avvio di un percorso certamente non facile, ma sicuramente affascinante e ricco di opportunità. L’inaugurazione di questo magnifico Museo ne segna i primi passi decisi e saldi nella direzione indicata col progetto Daunia Vetus. Le premesse per accendere l’orgoglio di tutti e stimolare l’impegno di ognuno ci sono tutte. E si sa che chi ben comincia è già alla metà dell’opera.

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IL DISTRETTO CULTURALE

EMBRIONE DEL SISTEMA TURISTICO LOCALE

 

Credo che non ringrazieremo mai abbastanza S.E. Mons. Francesco Zerrillo per aver accettato, senza esitazione, di fare della Diocesi di Lucera-Troja il soggetto propulsore e protagonista di questo progetto, che ha raccolto l’approvazione e le risorse necessarie alla sua realizzazione da parte delle Fondazioni Bancarie dell’Acri – Associazione delle Casse di Risparmio Italiane.

 

L’aver trascorso l’intera infanzia all’ombra dell’Episcopio e della Cattedrale di Troja, aver avuto un papà-autista del Vescovo e aver dedicato gran parte del periodo adolescenziale ai servizi in parrocchia, ha fatto di me un membro della comunità piuttosto fortunato, avendo avuto la possibilità di vedere da vicino tantissime volte il Tesoro della Cattedrale e soprattutto i famosi Exultet. Per cui da sempre, e a maggior ragione quando ho cominciato ad occuparmi di turismo, il pensiero è stato costante e pressante sul come riuscire a valorizzare al meglio questo patrimonio e  farne uno degli attrattori turistico-culturali di punta.

 

Con la creazione del polo museale si dà il via, finalmente, ad un processo che rende partecipe le comunità della responsabilità di essere custodi gelosi di tesori e valori, costituenti il proprio patrimonio di identità. Si persegue l’attività di animazione dei fedeli e di valorizzazione del patrimonio storico-artistico, riunendo il valore della memoria con quello della profezia e salvaguardando in tal modo i segni tangibili della Traditio ecclesiae.

 

“Rimettendo in luce” gli Exultet e il pregevole Tesoro della Cattedrale di Troja, si restituisce alla comunità l’ammirato godimento di queste opere d’arte; che con l’attenzione all’intero patrimonio custodito nei nostri musei ecclesiastici, possono diventare un nuovo ed efficace strumento di evangelizzazione cristiana e di promozione culturale.

 

Da questo spunto parte l’intento di promuove “prodotti” dalla forte carica emozionale e dalla marcata vena devozionale. Le analisi turistiche vedono in crescita le richieste di nicchia legate all’originalità di un’offerta a la carte, tagliata su misura e fuori dagli schemi tradizionali di cataloghi e guide di settore. Gli esempi degli incontri letterari nelle masserie di Puglia, dei soggiorni negli eremi Tibetani, delle notti bianche o delle cosiddette destinazioni estreme, diventano la conferma tangibile di un’attenzione più insistente dei mercati verso la sfera dell’emozione e dell’incontro, oltre quella accertata del comfort e della qualità.

 

I cambiamenti intervenuti in questi anni, nei modelli di consumo turistico e culturale, fanno registrare una tendenza all’abbandono progressivo delle destinazioni tradizionali, delle offerte standardizzate, dei periodi di vacanza definiti e circoscritti. Essi testimoniano una scelta attenta non solo a nuove destinazioni, ma anche a prodotti più ricchi di significati e di contenuti, di autenticità e soprattutto di identità locali.

 

Diventa necessario, pertanto, saper fare sistema. Riappropriarsi delle prerogative del “popolo delle formiche”, tanto caro a Tommaso Fiore, e tornare alacremente al lavoro per sfatare alibi e timori di un’innata incapacità, diffusa al Sud, ad affrontare sfide ed impegni. Di scrollarci di dosso la polvere accumulatasi per l’assenza di pioggia e diventare fonte delle proprie opportunità.

 

Quante volte ci hanno detto che siamo figli del nostro paesaggio: piatto, monotono, squallido etc.? Chi è nato qui, però, chi è cresciuto in questo paesaggio, sa da sempre che il suo “segreto” è nel suo orizzonte, un orizzonte più ampio, più profondo, più lontano. Una prospettiva che ci ha sempre rapito in ogni momento della giornata, ha sempre stimolato fantasie e provocato attese ed aspettative piene di speranza. E che ha lentamente forgiato la caratteristica più importante, oggi, della nostra gente: la grande capacità di accoglienza.

 

Una predisposizione insita nel carattere di ognuno di noi, testimoniata dal fatto che la gente del Sud quando ti accoglie non ti aspetta, ma ti viene incontro. E l’accoglienza per il turismo è  la pietra angolare su cui incardinare qualsiasi proposta, l’intero assetto organizzativo e ogni azione di crescita e di sviluppo, che voglia durare nel tempo.

 

Ecco che, allora, la vera risorsa inespressa del nostro patrimonio diventano “le persone”. Il nostro valore aggiunto, infatti, non risiede solo nelle pietre dei monumenti, nei tesori dei musei o nei colori del nostro paesaggio, ma esso è intimamente conservato nelle persone che lo abitano, ne custodiscono i tesori e ne valorizzano la storia. E’ il concerto dei suoni diffusi dai tanti campanili. E’ la fantasmagorica varietà dei mille dialetti.

 

Fondare l’azione turistica su questa risorsa straordinaria, puntare sulla relazione, sullo scambio interpersonale, significa creare le premesse per riuscire a trattenere quella domanda, che fino ad oggi, quando ci siamo riusciti, abbiamo solo attratto. Significa, in definitiva, fare in modo che il turista non passi per la sola visita o fotografia, ma trovi motivo ed emozione per decidere di fermarsi. Poco o tanto che sia, sarà importante che decida di spendere un po’ più del suo tempo con noi e da noi.

 

Il Distretto Culturale vuole essere il catalizzatore di questi processi. Esso sarà il centro aggregante e il primo nucleo di una rete che vuol farsi sistema. Sarà il palcoscenico dove presentare quello che già esiste e quello che insieme riusciremo a produrre. Sarà garante di un’offerta di qualità, per favorire un processo virtuoso, funzionale al successo dell’iniziativa e al moltiplicarsi delle opportunità per l’intera comunità.

 

Puntare sulla creazione di distretti culturali, vorrà dire favorire la nascita di piccoli sistemi di offerta territorialmente circoscritti, coincidenti con un’area ad alta densità di risorse culturali e ambientali di pregio, caratterizzati da un elevato livello di articolazione, qualità e integrazione dei servizi rivolti all’utenza, sia culturali che turistici, e da un marcato sviluppo delle filiere produttive collegate.

 

Ma la vera sfida di Daunia Vetus, così come di ogni Distretto Culturale, sarà riuscire a mettere in relazione tutte le realtà operative del territorio: da quelle produttive, a quelle associative, da quelle commerciali a quelle finanziarie, da quelle amministrative a quelle assistenziali. Mettere in relazione i talenti, le risorse umane, le idee, le strutture e le capacità innovative, per creare opportunità e crescita nei suoi territori. Solo così i prodotti, non solo turistici, potranno avere le caratteristiche di originalità e qualità per affermarsi sui mercati.

 

In definitiva, il distretto culturale come area di comuni e di comunità, può diventare il primo nucleo aggregante di un sistema turistico non solo locale (la Capitanata o l’Antica Daunia), ma integrato e funzionale al più grande rilancio della destinazione Puglia. Capace di creare una rete di attrattori turistico-culturali, per essere in grado di attrarre e trattenere domanda.

 

Nel tempo è rimasto immutato il fascino del viaggio come momento di crescita e di conoscenza, come occasione di sfida e di confronto, come attività di evasione per ritrovare comunione con natura, cultura e realtà territoriali. La Puglia può tornare ad essere “una regione per gente dal palato fino” (P. Belli D’Elia). Daunia Vetus vuole stimolare istituzioni, imprenditori e operatori ad esserne consapevoli. Bisogna crederci fino in fondo e fare in modo che un’azione programmatica definita, incisiva e coinvolgente accenda l’orgoglio di tutti e stimoli l’impegno di ognuno.  

 

 

 

                                                                                                                                             (gelormini@katamail.com)

 

 


       


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