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 Cronaca Lombarda

04 Marzo, 2005
Diminuiscono nel Lodigiano i giovani imprenditori
Alla fine del primo semestre 2010 le imprese registrate alla Camera di Commercio risultano essere in totale 18.358, delle quali l’88,7% considerate operative.

Diminuiscono nel Lodigiano i giovani imprenditori
Alla fine del primo semestre 2010 le imprese registrate alla Camera di Commercio risultano essere in totale 18.358, delle quali l’88,7% considerate operative. Le 16.295 attive fanno partecipi complessivamente 26.076 persone a vario titolo: titolari, soci, amministratori, con altre cariche (presidente, consigliere,procuratore generale etc.)
In questo quadro, figurano coinvolte come unici titolari 9.820 persone, quante appunto sono le ditte individuali, che concretizzano il 38% delle unità che partecipano alle attività commerciali, industriali, artigiane, di servizio e professionali del territorio.
Da parte loro, le 6.475 imprese diverse dalle ditte individuali (società di persone, società di capitale e altre forme ) rendono partecipi nominalmente 16.148 persone.
Negli ultimi cinque anni il numero delle persone coinvolte nelle imprese locali (titolari + altre forme) è aumentato del 3,8% : il 4,8% i titolari unici, il 2,6% i soci e le altre cariche sociali.
Un altro aspetto d’interesse, riveste la presenza dei soggetti attivi nelle forme giuridiche e il conseguente il rapporto persone/imprese, secondo tale suddivisione.
Le 2.677 società di capitale attive nel Lodigiano fanno partecipi nominalmente in totale 5.753 persone, con un rapporto di 2,15 persone per impresa.
Nelle 3.403 società di persone le cariche sociali sono ricoperte da 8.443 tra amministratori e soci con un rapporto tra persone e impresa del 2,45 persone per impresa, mentre nelle 395 “altre forme” giuridiche, le cariche sociali fanno partecipi 1.950 unità e il rapporto persone e imprese sale a 4,9
Dal momento che nelle varie forme di società le persone possono rivestire un numero imprecisato di cariche (si può essere amministratori di più società contemporaneamente, o essere soci con incarico o semplici portatori di capitale in più società ecc.) il numero delle persone totali in attività d’impresa è necessariamente più elevato rispetto il numero reale degli effettivi coinvolti.
Anche se il rapporto tra imprese totali e persone attive presenta infine una relazione di 1,6 persone per ogni impresa attiva, è d’obbligo tenere conto della particolarità segnalata per evitare fraintendimenti o equivoci. Inequivocabile resta pertanto il dato dei titolari di ditte individuali (9.820) che, salvo alcuni casi particolarissimi, coinvolgono il proprietario unico.
Dall’approfondimento dei suddetti dati condotto dall’Ufficio studi e statistica della Camera di commercio di Lodi emerge l’ ”invecchiamento” complessivo del tessuto imprenditoriale. Una grossa fetta , pari al 44,5%, è costituita da persone che superano i 50 anni e sono oltre i 70 anni, mentre un altro 48,9% è formato da persone attive che anagraficamente si collocano tra i 30 e i 49 anni.
Considerato che l’1,2% dei soggetti con cariche sociali non ha negli atti dichiarato l’età, i restanti imprenditori – ovvero i giovani dai 18 ai 29 anni - rappresentano il 5,8% del totale (in linea con Bergamo, Brescia, Cremona, Pavia e Sondrio), in posizione migliore rispetto al 5,2% della media nazionale e al 4,4% della media regionale. Un dato in ogni caso basso e solo parzialmente spiegabile alla luce del recente studio dell’Istat sulla disoccupazione giovanile.
Scarsa voglia di mettersi in gioco? Debole spinta a cambiare e reagire ? Carenza di stimoli a fare da sé, a investire su sé stessi? Difetto nelle politiche di sostegno all’imprenditoria giovanile?
Diversi sono i fattori ai quali ricondurre la dinamica negativa. In primis, senz’altro, la mancanza di forme di incentivazione alla cultura di impresa, che in passato aveva facilitato la nascita di iniziative imprenditoriali giovanili, nonché le modifiche del quadro normativo e strutturale del mercato del lavoro che ha conosciuto profondi cambiamenti; trasformazioni che orientando l’accesso al mondo del lavoro non in proprio, hanno frenato il sorgere di attività imprenditoriali da parte dei giovani, che d’altra parte oggi richiedono un impegno finanziario maggiore rispetto al passato.
La rilevazione sui baby imprenditori esprime una tendenza declinante un po’ dovunque nel medio periodo. Nell’ultimo quinquennio il “peso” dei giovani nell’imprenditoria locale ha perso in incidenza relativa, scendendo dal 7,3% al 5,8%. A loro volta, in termini unitari, le ditte a proprietà unica condotte individualmente da soggetti juniores, hanno subito una sensibile contrazione da 1.835 a 1.515 unità.
Una situazione dunque critica se si considera che delle 1.515 imprese condotte da lodigiani oltre il 20% sono di giovani stranieri.
” I dati rilevati dalla Camera di Commercio consentono di leggere lo stato di salute del tessuto economico territoriale con occhio diverso e diretto. – ha dichiarato il Presidente Alessandro Zucchetti – Nell’ambito delle politiche di incentivazione alle imprese si deve recuperare attenzione anche per l’imprenditoria giovanile che sul territorio può giocare un ruolo attivo e propositivo ai fini della ripresa e del rilancio economico, quindi una riflessione e provvedimenti da parte di tutti finalizzati a stimolare progetti d’impresa dei giovani, che vadano dall’attività di formazione imprenditoriale fino alle incentivazioni al credito”.
Delle 26.076 unità di persone che in provincia di Lodi sono coinvolte (nominalmente) nelle attività d’impresa, gli stranieri costituiscono il 7,6%, corrispondente a un totale di 1.982 presenze nominali.
Di esse, 303 sono attività condotte da giovani inferiori ai 29 anni, in particolare cittadini della Romania (85) e dell’ Albania (65), fortemente presenti nel settore edile, seguiti dai giovani imprenditori dell’Egitto (60), attivi principalmente nelle attività di somministrazione, del Marocco (22), della Cina (16) e della Tunisia (13).
Sempre per quanto concerne le attività condotte dai giovani stranieri, la disaggregazione per settore ha permesso all’Ufficio studi camerale di rilevare che il 26,6% è attivo nel ramo costruzioni, il 19,6% nella distribuzione al dettaglio, il 10,3% nei servizi di ristorazione, il 6,9% nei servizi e il 6,1% nelle attività agricole.

Camera di Commercio di Lodi – Ufficio Stampa&Comunicazione – rif. Aldo Caserini

 


       


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