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 Ultimissime dalla Lombardia

04 Marzo, 2005
Comitato "L' acqua non si vende!" Consegnate 1,4 milioni di firme
Nessun referendum nella storia repubblicana ha mai raccolto tante firme.

Comitato "L' acqua non si vende!" Consegnate 1,4 milioni di firme
Nessun referendum nella storia repubblicana ha mai raccolto tante firme.
Ieri, lunedì 19 luglio, la campagna referendaria “L’acqua non si vende. Fuori l’acqua dal mercato, fuori i profitti dall’acqua” si è conclusa alla grande in un’assolata piazza Navona dove è stato eretto un grande muro di cartone costruito con le scatole di imballaggio delle firme spedite a Roma e portate dai rappresentanti dei vari comitati regionali e provinciali. In quelle scatole hanno viaggiato 1 milione e 400mila firme contro la privatizzazione dei servizi idrici del nostro Paese. In corteo poi i manifestanti si sono diretti verso la sede della Corte di Cassazione dove i rappresentanti del Comitato Nazionale hanno materialmente depositato le firme certificate: più del doppio di quelle necessarie per la richiesta dei tre referendum abrogativi!
Un milione e 400mila firme: un risultato che segna un passo importante nella storia della democrazia e della partecipazione del nostro Paese.
Nessun referendum nella storia repubblicana ha mai raccolto tante firme.

Anche la nostra Regione ha dato un contributo importantissimo alla campagna: sono state raccolte oltre 230 mila firme di cui 215.000 certificate (e quindi utili fini della richiesta di referendum) oltrepassando di gran lunga il traguardo che il Comitato Nazionale ci aveva dato come obiettivo (117.000 firme). Il coordinamento regionale lombardo ha organizzato 78 conferenze e sostenuto i 13 comitati provinciali composti ognuno da decine di associazioni e comitati locali. Questi hanno organizzato più di 150 incontri pubblici, più di 2000 banchetti di raccolta firme nei mercati comunali, rionali, nelle piazze, presso le parrocchie, ospiti di feste e manifestazioni, a partire da quelle del 25 aprile, per continuare il 1 maggio e il 2 giugno o presso eventi culturali e incontri organizzati da partiti, associazioni e sindacati. Sono stati depositati i moduli dei tre referendum nelle segreterie di 1200 comuni su 1.546. Migliaia sono state le persone coinvolte direttamente e mobilitate nella raccolta e circa un migliaio sono stati gli autenticatori comunali e provinciali con una forte partecipazione in questo fondamentale ruolo anche da parte dei funzionari pubblici.
Nella provincia di Cremona si è lavorato davvero bene con una raccolta che ha superato le 9.000 firme riuscendo a certificarne ben 8800. Sono nati tanti piccoli gruppi e comitati comunali dislocati in diversi centri della Provincia che hanno dato vita a numerosissimi banchetti: ricordiamo tra i più attivi e numerosi quelli di Castelleone, Soncino, Soresina, Gussola, Crema, Casalmaggiore, Piadena, uniti al comitato provinciale di Cremona che conta circa 60 soggetti tra aderenti e sostenitori.

Ma la vera avventura comincia ora: portare almeno 25 milioni di italiani a votare tre “sì” la prossima primavera, quando si terranno i referendum contro la privatizzazione dei servizi idrici. Un risultato che oggi, alla luce del risveglio democratico a cui si è assistito nelle settimane della raccolta firme, sembra pienamente raggiungibile.
Ma non bisogna assolutamente perdere d’occhio il presente e l’immediato futuro, poiché le scadenze del decreto Ronchi sono sempre lì che ci attendono alla fine dell’anno. Forte dello straordinario risultato della raccolta firme, tutto il Movimento Nazionale per l’Acqua Pubblica chiede oggi al governo di emanare un provvedimento legislativo che disponga la moratoria degli affidamenti dei servizi idrici previsti dal decreto Ronchi almeno fino alla data di svolgimento del referendum. Chiede inoltre alle amministrazioni locali di non dare corso alle scadenze previste dal decreto Ronchi.
Un milione e quattrocentomila firme rappresentano una delegittimazione di qualunque scelta tesa ad applicare il decreto.
Un milione e 400.000 cittadini dicono già chiaramente che i servizi idrici non devono essere privatizzati perché l’acqua è un bene essenziale alla vita e un diritto di tutti e che bisogna fermare ogni tentativo di mercificazione.
Un milione e 400.000 cittadini dimostrano già di sapere e volere riprendere un ruolo attivo nelle scelte fondamentali che riguardano i diritti essenziali e i beni comuni. La mobilitazione di queste settimane lo dimostra chiaramente: la partecipazione diretta e la messa in gioco personale dei cittadini sono gli strumenti giusti per tracciare vie d’uscita ed alternative possibili e praticabili fuori dalle logiche di potere del mercato e della speculazione finanziaria, per una democrazia vera e non formale.
Perché — oggi ancora di più— si scrive acqua ma si legge democrazia.

fonte:
Comitato "L'acqua non si vende": referendumacqua@fastpiu.it
Referenti provinciali del comitato:

- Francesca Berardi - Cremona, cell. 338 / 7491876, e-mail
francesca_berardi@hotmail.com

- Giacomo Bazzani - Cremona, cell. 338 / 3748171, e-mail ciranored@fastpiu.it

- Giampiero Carotti - Soresina, tel. 0374 / 341362 (segreteria tel.), e-mail
giacarot@tin.it

 


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