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 Volontariato

04 Marzo, 2005
Lavoro, PD , continuità del rapporto, condivisione degli obiettivi aziendale e piu' formazione.
Ne hanno discusso oggi ad Arcore Matteo Colaninno, Tiziano Treu, Guido Galperti, Carlo Spreafico, Maurizio Martina e Alessia Mosca

LAVORO: PD, CONTINUITA’ DEL RAPPORTO, CONDIVISIONE DEGLI OBIETTIVI AZIENDALI, PIU’ FORMAZIONE E MOBILITA’ TUTELATA

Ne hanno discusso oggi ad Arcore Matteo Colaninno, Tiziano Treu, Guido Galperti, Carlo Spreafico, Maurizio Martina e Alessia Mosca

Più classe nel lavoro anziché una contrapposizione di classi; no alla precarietà, attraverso un passaggio dalla cultura del posto fisso a quella della continuità lavorativa; aumento dell’occupabilità femminile e sburocratizzazione per fare decollare le imprese; chiusura della forbice tra offerta formativa e domanda del mercato delle imprese.

Queste le proposte del Partito democratico in Lombardia, per dare nuovo respiro e più qualità al mercato del lavoro in una regione in cui la cifra di definizione della laboriosità è quella di 1 impresa ogni 13 abitanti. Il Pd propone un nuovo concetto di relazioni tra impresa e lavoratori, basato sulla continuità del lavoro, così come sulla condivisione di obiettivi. Un tema, quello del lavoro, ha ricordato il capogruppo del Pd lombardo Guido Galperti “che deve legarsi anche ad un migliore funzionamento dello Stato nei nostri territori  - dove esiste una questione settentrionale - e ad un federalismo fiscale che ha a che fare col riordino dei meccanismi di trasferimento della spesa”.

“Il lavoro non è solo il tema cruciale di questa campagna elettorale ma è il tema del futuro e il Pd può dare delle risposte concrete che riflettano un’idea di Paese precisa, un’idea di Italia nuova – ha detto Matteo Colaninno, imprenditore e candidato capolista alla Camera in Lombardia - . Al mercato del lavoro oggi serve riformismo. Il Pd propone di trovare relazioni più moderne e più coerenti dentro al mondo dell’impresa con il supporto necessario della politica”. Sulla centralità del  lavoro ha insistito anche Tiziano Treu, presidente della Commissione Lavoro al Senato, che ha sottolineato la novità del messaggio del Pd su questo tema, che si concretizza nel superamento della lotta di classe.

Ridurre le asimmetrie, ripensare ai modelli contrattuali e superare le contrapposizioni in funzione della crescita. “In una regione come la nostra serve una proposta diversa da quella che serve altrove: occorre garantire flessibilità al mercato ma contestualmente continuità lavorativa a chi lavora, in modo che si identifichi con le politiche e l’identità dell’azienda – ha spiegato il consigliere regionale del Pd Carlo Spreafico – La mobilità deve essere soltanto episodica e comunque tutelata e va modificato il modello contrattuale: al contratto nazionale le tutele minime, alla contrattazione aziendale il riconoscimento della produttività. In ultima istanza, tra le nostre priorità, c’è lo snellimento delle procedure burocratiche che avvelenano la quotidianità del lavoro alle aziende lombarde, sottraendo tempo prezioso alla produttività”. In cifre, sburocratizzare significherebbe dimezzare il tempo che ogni anno le Pmi spendono in procedure burocratiche, calcolato da una recente ricerca di Regione Lombardia, in 24 giornate l’anno, che salgono a 34 nel distretto di Milano, per un costo medio di 5000 euro l’anno.

“Come Pd in Lombardia abbiamo anticipato molti punti tra quelli che sono contenuti nel programma del Pd nazionale, puntando, come opposizione, su tre leggi, quali quella sul mercato del lavoro, quella sulla formazione e quella sulla competitività, che aprissero la strada ad una legislatura più adatta al modello lombardo. In parte ci siamo riusciti, ma per assicurare al mercato quell’eccellenza che serve per competere coi mercati esteri occorre più formazione affinché si

chiuda quella forbice tra sistema scolastico e domanda delle imprese che oggi genera ancora difficoltà e frustrazioni.

 


       


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